OFFICIAL HIGHLIGHTS

American Diabetes Association

Report


COMPLICAZIONI

Protezione cardiovascolare e renale nel diabete: un approfondimento sugli SGLT2 inibitori e sugli agonisti recettoriali del GLP-1

Presentato da: Julie A. Lovshin, MD, PhD
University of Toronto, Toronto, Canada
Jens J. Holst, MD, DMSc
Panum Institute, Copenhagen, Denmark
David C. Wheeler, MD
University College London, London, UK
  • I soggetti con diabete sono a maggior rischio di eventi cardiovascolari e renali, ed è quindi fondamentale ridurre il pericolo di tali eventi per migliorare gli outcome a lungo termine.
  • Gli SGLT2 inibitori e gli agonisti recettoriali del GLP-1 hanno drasticamente modificato il panorama del trattamento del diabete tipo 2 grazie ai loro comprovati benefici cardiovascolari, e sono ora in fase di attenta valutazione i miglioramenti sulla funzione renale osservati con queste classi di farmaci.
  • I GLP-1 RA sono in grado di ridurre l’iperglicemia a digiuno e quella post-prandiale stimolando direttamente i recettori del GLP-1 sulle cellule beta-pancreatiche, regolando così la secrezione dell’ormone delle cellule insulari.
  • Questi agenti solitamente riducono l’HbA1c dell’1,0-1,5% e il peso corporeo di 3-5 kg.
  • Essi sono stati approvati per uso clinico vari GLP-1 RA a breve e lunga durata d’azione, e trattandosi di una classe di farmaci con strutture differenti, danno luogo a differenze farmacologiche, di somministrazione, di farmacocinetica, di tollerabilità, di rischio di immunogenicità e di clearance.
  • Tali farmaci possono esercitare le loro azioni vantaggiose sui reni abbassando i livelli glicemici e la pressione arteriosa, e riducendo i livelli insulinici.
  • È stato ipotizzato che diversi ormoni e peptidi intestinali possano attivare l’asse natriuretico renale, e i GLP-1 RA possono esercitare almeno alcune delle loro azioni influenzando tali fattori.
  • I cambiamenti nell’emodinamica renale osservati con i GLP-1 RA sono infatti in grado di facilitare l’escrezione dei soluti renali, compreso il sodio, malgrado questo dato meriti studi ulteriori.
  • Inoltre, si ritiene che i GLP-1 RA esercitino effetti emodinamici apparentemente indipendenti dai loro effetti natriuretici, forse attraverso un meccanismo vasodilatatore diretto.
  • L’effetto integrato della terapia con GLP-1 RA sull’emodinamica renale sembra quindi essere l’esito delle azioni vasodilatatorie dirette e dell’inibizione delle vie di iperfiltrazione glomerulare.
  • I benefici renali dei GLP-1 RA sono stati inizialmente suggeriti dai dati emersi dai vasti studi randomizzati di fase III sugli outcome CV.
  • Per i GLP-1 RA, questi comprendono l’ELIXA con lixisenatide, il LEADER con liraglutide, il SUSTAIN-6 con semaglutide, l’EXCSEL con exenatide settimanale, l’HARMONY con albiglutide e il REWIND à LINK TO THE PAGE/SUMMARY con dulaglutide.
  • Tutti questi studi mostrano una riduzione dell’albuminuria in corso di trattamento con GLP-1 RA e un’apparente stabilizzazione dell’eGFR.
  • Tali benefici sono stati riscontrati indipendentemente dalle variazioni di HbA1c, del peso e della pressione arteriosa.
  • Nonostante ciò, sono necessari studi dedicati agli outcome renali con i GLP-1 RA per indagare in modo più accurato i loro effetti sulla funzionalità renale, e nello specifico per determinare se sono in grado di rallentare la progressione della nefropatia cronica in soggetti con normale funzionalità renale.
  • Impedire una progressione sfavorevole della nefropatia diabetica prima dell’insorgenza di ipertrofia tubulare, iperfiltrazione glomerulare e di una lesione glomerulare irreversibile è ovviamente un’area di fondamentale interesse clinico in soggetti con diabete, e i GLP-1 RA si sono dimostrati notevolmente promettenti in questo senso.
  • Studi di vaste dimensioni sugli outcome cardiovascolari con GLP-1 RA hanno mostrato come questi farmaci siano in grado di ridurre il rischio di eventi avversi cardiovascolari maggiori, la mortalità cardiovascolare e quella per tutte le cause.
  • Tali benefici cardiovascolari sembrano essere collegati a quattro meccanismi distinti: possono migliorare la funzionalità miocardica nell’insufficienza cardiaca ischemica e la sopravvivenza del miocardio nella cardiopatia ischemica; possono, inoltre, migliorare la disfunzione endoteliale e ridurre i marker di rischio cardiovascolare.
  • I GLP-1 RA influenzano anche i lipidi e, in particolare, è stata osservata una riduzione dell’ipertrigliceridemia postprandiale. In modelli animali, i GLP-1 RA migliorano la funzione cardiaca in seguito a ischemia/danno da riperfusione, riducono le dimensioni dell’infarto e migliorano gli outcome successivi a un infarto del miocardio.
  • Dal punto di vista clinico, l’exenatide si è dimostrata in grado di ridurre il danno da riperfusione in soggetti con infarto del miocardio e sopraslivellamento del tratto ST (STEMI).
  • In termini di riduzione degli indici di rischio CV, oltre all’abbassamento dell’HbA1c, i GLP-1 RA risultano associati a riduzioni del peso e della pressione arteriosa.
  • Anche il calo ponderale può avere effetti cardiovascolari benefici, riducendo l’infiammazione proaterogena cronica. Semaglutide si associa, ad esempio, a significative riduzioni della proteina C-reattiva, a sostegno di tale ipotesi.
  • I GLP-1 RA sembrano non esercitare alcun effetto sull’insufficienza cardiaca, ma possono risultare parzialmente vantaggiosi accelerando lievemente la frequenza cardiaca.
  • Non hanno effetti diretti sulle coronarie, prive di recettori per il GLP-1.
  • Sembrano tuttavia ridurre il rischio di ictus, d’infarto miocardico acuto e di rivascolarizzazione.
  • Tali effetti si sommano ai benefici osservati sulla funzionalità renale, e insieme possono aiutare a spiegare i miglioramenti osservati nella salute metabolica di soggetti con diabete tipo 2.
  • Tale azione cardiovascolare potrebbe infatti avere un ruolo preventivo in questi pazienti.
  • L’inibizione degli SGLT2 si associa a una riduzione dell’HbA1c e del peso corporeo, nonché a una maggiore escrezione di sodio che porta a un abbassamento della pressione arteriosa. Sono tuttavia molti i potenziali meccanismi collegati agli effetti nefroprotettori degli SGLT2 inibitori: tra questi, la riduzione della pressione arteriosa, il miglioramento dei parametri metabolici, la diminuzione del sovraccarico di volume, la riduzione dell’albuminuria e della pressione glomerulare.
  • Per quest’ultima, gli inibitori dell’SGLT2 sembrano ridurre l’iperfiltrazione tramite un meccanismo di feedback tubulo-glomerulare.
  • I dati clinici ricavati dagli studi sugli outcome cardiovascolari hanno mostrato variazioni rilevanti dell’eGFR e una riduzione della morte per cause renali con empagliflozin, canagliflozin e dapagliflozin.
  • Per ottenere ulteriori informazioni sugli effetti renali di questi farmaci, sono tuttavia necessari studi dedicati agli outcome renali per indagare la riduzione dell’albuminuria, i cambiamenti nell’eGFR, il numero di soggetti che raggiungono la fase terminale della nefropatia, la necessità di dialisi e la mortalità per insufficienza renale.
  • Negli studi sugli outcome cardiovascolari, la popolazione studiata era a basso rischio renale; sono quindi necessarie maggiori informazioni sul loro utilizzo con altre popolazioni di pazienti.
  • Lo studio CREDENCE ha approfondito tale questione arruolando soggetti con nefropatia cronica, dimostrando un effetto nefroprotettore del canagliflozin.
  • Per quanto riguarda gli studi in corso sulla nefropatia cronica con SGLT2 inibitori, lo studio DAPACKD e l’EMPA-CKD stanno arruolando soggetti rispettivamente con eGFR di 25-75 ml/min/1,73 m2 e 20-45 ml/min/1,73 m2.
  • Il programma CANVAS con canagliflozin ha arruolato soggetti con eGFR <30 ml/min/1,73 m2 e sta valutando outcome renali come la riduzione dell’eGFR del 40%, la nefropatia terminale e la mortalità per cause renali.

Messaggi chiave/Prospettive cliniche

  • Studi di vaste dimensioni sugli outcome cardiovascolari hanno mostrato come sia gli SGLT2inibitori, sia gli agonisti del recettore del GLP-1 risultino associati a significative riduzioni degli eventi cardiovascolari in soggetti con elevato rischio CV.
  • Gli studi sugli outcome cardiovascolari di entrambe le classi di farmaci sembrano suggerire benefici renali, sebbene siano necessari vasti studi dedicati per stabilire l’entità di questo potenziale beneficio.
  • Il meccanismo d’azione alla base dei benefici cardiovascolari e di quelli renali degli SGLT2 inibitori e degli agonisti recettoriali del GLP-1 è complesso, multifattoriale e non ancora del tutto chiaro.


Referenze

Referenze


  1. Evert AB, Dennison M, Gardner CD, et al. Nutrition Therapy for Adults With Diabetes or Prediabetes: A Consensus Report. Diabetes Care. 2019 May;42(5):731-54.

Present disclosure: J.A. Lovshin: BI/Lilly Alliance, Novo Nordisk, AstraZeneca, Intarcia, Prometric, Merck Canada, Sanofi Canada. J.J. Holst: Merck Sharpe & Dohme, Novo Nordisk. D.C. Wheeler: none.

Written by: Patrick Moore, PhD

Reviewed by: Marco Gallo, MD


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Benvenuti agli Highlights di ADA 2019

Jose C. Florez, MD, PhD
Chair, ADA Scientific Sessions Meeting Planning Committee
Quest’anno le 79th Scientific Sessions dell’American Diabetes Association si sono tenute a San Francisco, in California, dal 7 all’11 giugno. All’incontro hanno partecipato oltre 15.000 professionisti della cura del diabete provenienti da 115 paesi … [ Leggi tutto ]

STUDI CLINICI

Prevenzione

Lo studio Vitamin D and Type 2 Diabetes (D2d): un trial multicentrico randomizzato e controllato sulla prevenzione del diabete

Presentato da: Anastassios G. Pittas, MD; Erin S. LeBlanc, MD, MPH; Myrlene Staten, MD; for the D2d Research Group

Terapie

Outcome longitudinali nei giovani con diabete tipo 2 – Lo studio TODAY2

Presentato da: Kimberly L. Drews, MD, PhD; Lorraine E. Levy Katz, MD; Petter Bjornstad, MD; Neil H. White, MD; Jeanie B. Tryggestad, MD; Ruth S. Weinstock, MD, PhD; for the TODAY2 Study Group

Complicazioni

Dulaglutide settimanale ed eventi cardiovascolari maggiori – Risultati dello studio REWIND

Presentato da: Gilles R. Dagenais, MD; Rafael Diaz, MD; Matthew C. Riddle, MD; Hertzel C. Gerstein, MD, MSc; Helen Colhoun, MD; Jeffrey L. Probstfield, MD; Hertzel C. Gerstein, MD, MSc

Prevenzione

PREVIEW: PREVention of diabetes through lifestyle Intervention and population studies in Europe and around the World

Presentato da: Ian Macdonald, MD; Edith Feskens, MD, MPH; Margriet Westerterp-Platenga, MD; Mathijs Drummen, MD

Obesità

Risultati e confronti dal RISE – Adult Medication Study

Presentato da: David A. Ehrmann, MD; Kieren J. Mater, MD; Sharon Edelstein, ScM; Steven E. Khan, MD, ChB; Thomas A. Buchanan, MD; Sonia Caprio, MD

Terapie

Lo studio DECLARE-TIMI 58

Presentato da: Itamar Raz, MD; Stephen D. Wiviott, MD; John P. Wilding, MD; Ofri Mosenzon, MD; Lawrence A. Leiter, MD

Terapie

Lo studio CAROLINA – Primi risultati del trial di confronto linagliptin vs. glimepiride sugli outcome cardiovascolari

Presentato da: Julio Rosenstock, MD; Mark A. Espeland, MD; Steven E. Kahn, MD; Nikolaus Marx, MD; Bernard Zinman, MD

Terapie

Lo studio CREDENCE

Presentato da: Rajiv Agarwal, MD; Meg J. Jardine, MD; Bruce Neal, MD; Kenneth W. Mahaffey, MD; Bernard Zinman, MD

Terapie

Lo studio CARMELINA

Presentato da: Steven E. Kahn, MD; Nikolaus Marx, MD; Darren K. McGuire, MD; Christoph Wanner, MD; Mark E. Cooper, MD

Terapie

Semaglutide orale – I trial del programma PIONEER

Presentato da: Vanita R. Aroda, MD; Richard E. Pratley, MD; Stephen C. Bain, MA, MD, FRCP; Mansoor Husain, MD, FRCPC; John B. Buse, MD, PhD; Vivian Fonseca, MD
 

CONSENSUS REPORT

Nutrizione

Consensus Report ADA del 2019 – Terapia nutrizionale per adulti con diabete

Presentato da: Alison B. Evert, MD; Janice MacLeod, MA, RDN, CDE; William S. Yancy, Jr., MD, MHS; W. Timothy Garvey, MD; Ka Hei Karen Lau, MS, RD, LDN, CDE; Christopher D. Gardner, PhD; Kelly M. Rawlings, MS
 

SIMPOSI

Complicazioni

Protezione cardiovascolare e renale nel diabete: un approfondimento sugli SGLT2 inibitori e sugli agonisti recettoriali del GLP-1

Presentato da: Julie A. Lovshin, MD, PhD; Jens J. Holst, MD, DMSc; David C. Wheeler, MD

Fisiologia/Obesità

Steatosi epatica non alcolica e steatoepatite non alcolica – Le complicanze trascurate del diabete tipo 2

Presentato da: Elisabetta Bugianesi, MD, PhD; Zobair Younossi, MD, MPH; Kenneth Cusi, MD

Complicazioni

Controversie sulla valutazione e la gestione della dislipidemia nei soggetti con diabete

Presentato da: Amy Sanghavi Shah, MD, MS; Dan Streja, MD; Savitha Subramanian, MD; Lisa Tannock, MD

Complicazioni

Ipoglicemie nel diabete tipo 2

Presentato da: Kamlesh Khunti, MD, PhD, FRCGP, FRCP; Elizabeth Selvin, PhD, MPH; Frans Pouwer, PhD; Sophia Zoungas, MBBS (Hons), PhD, FRACP